giovedì 17 marzo 2016

Perec

Leggo che Perec ha perso a sei anni la madre e già a quattro il padre. Poi in un momento di megalomania  penso che avendo anch’io perso mia madre a cinque anni, (mio padre è stato sempre sentimentalmente lontano), come Perec, non ho ricordi d’infanzia, forse questa attitudine a giocare con le parole, (sua e mia), può essere stato un modo per recuperare quella fase primitiva, pre-verbale, quando le parole erano lallazioni, giochi, nenie, filastrocche, modi sonori di comunicare, a un livello più viscerale, materno, magico, profondo, affettivo. 

I miei libri

In libreria i miei libri, (che non presento mai), finiscono sempre nella sezione infima degli autori locali. Mi trovo vicino all’esordiente poetessa diciottenne col suo libro, anzi, la sua silloge,  che ha un titolo del tipo: Il silenzio delle atteseIl volo del gabbiano solitarioFiori di mandorlo nella pioggia eccetera. O sto vicino allo storico locale con l’ennesimo saggio sul brigantaggio lucano, o col nuovo caso di cronaca nera del giornalista della gazzetta locale. Tutti presentati in pompa magna alla presenza delle massime autorità locali in presenza di una decina di pensionati e parenti orgogliosissimi dell’opera dell’autore.

Oggi ho preso i voti

Arturo fa la prima elementare. Per la festa del papà gli hanno fatto compilare una pagella per me. Ecco i voti che m'ha dato. Allegria 9, Fantasia 6, Aiuto a fare i compiti 10, Sportività 9, Cucina 10, Lavoretti in casa 9, Coccole 9, Pazienza 0, Guida dell'auto 0. Non sono tanto i due zero finali, meritatissimi, che mi bruciano. E' quel sei in fantasia che m'è arrivato addosso come una frustata.