sabato 26 novembre 2011

Paolo Nori - La vergogna delle Scarpe Nuove

Paolo Nori Daniil Charms Storie brevi Palazzina Liberty di Milano

david sylvian -- blackwater

la Nasa

La Nasa
cerca la vita su Marte.
Su suggerimento della Morte.

Carmelo Bene - Amleto da Shakespeare e Laforgue

Da Scrittori per un anno Rai educational Paolo Nori

Il mestiere dello scrittore - Paolo Nori
Se fai lo scrittore la gente a volte ti chiede come va il mondo, e la cosa stupefacente è il fatto che tu gli rispondi, come se tu sapessi come va il mondo.

Non sapevo dove sbattere la testa - Paolo Nori
Mi ricordo di una risposta che diede Malerba a degli studenti che gli chiedevano: perché scrivi? Malerba aveva risposto: scrivo per capire quello che penso.

Di cosa parla un romanzo? - Paolo Nori
Per una ragione incomprensibile buona parte della critica letteraria tende a privilegiare in un'opera letteraria il significato.

Leggere in pubblico - Paolo Nori
A me piace molto leggere in pubblico, perché ho come l'impressione che una lettura sia più eloquente di tutti i discorsi che potrei fare sulla letteratura.

Racconti e romanzi - Paolo Nori
Sembra che la differenza tra racconto e romanzo sia una differenza di lunghezza. In realtà probabilmente è proprio la struttura che è diversa.

Una lingua concreta - Paolo Nori
La lingua che io sentivo intorno a casa mia, nei bar, nelle strade, prima non poteva entrare nei libri perché erano i libri di uno che aveva studiato. Poi improvvisamente quella barriera è caduta.

Per i morti di Reggio Emilia - Paolo Nori
Nel libro ho cercato di rispondere a questa domanda: cos'è successo veramente il 7 luglio del 1960 nella Piazza dei Teatri a Reggio Emilia?

La letteratura vivificante - Paolo Nori
Quello che mi sembra renda la letteratura diversa da tutte le altre arti, è che uno mentre legge un libro non è fuori dal mondo, ma è ancor più dentro nel mondo.

I paragoni di Gogol - Paolo Nori
Traducendo Gogol mi sono accorto che il secondo termine di paragone, che è quello irreale, è più reale del primo. Escono dal libro delle immagini che sono indimenticabili.

Daniil Charms e la ripetizione - Paolo Nori
Prima di leggere Charms, non pensavo che certa roba, che nella mia vita esisteva, potesse diventare materia letteraria.

Velimir Chlebnikov, poeta e matematico - Paolo Nori
Alcune poesie di Klebnikov sono poco comprensibili, lui era anche un matematico e spesso mette nelle sue poesie simboli matematici. Però c'è una buona parte delle sue poesie che sono semplici.

venerdì 25 novembre 2011

La stima

Quando stai zitto, percepisci subito attorno a te, come un coro felice d'approvazione.

giovedì 24 novembre 2011

CocoRosie "Noah's Ark"

vito riviello in redazione [videor 01]

il punto in piedi

Piero Ciampi - Adius

Gatti... non parole











Era rimasto esterrefatto alla vista di quel gattino, si era intenerito, aveva portato subito del latte, e mentre intanto il gattino se lo buttava giù con gusto, e dopo che si era ben nutrito, mio marito gli aveva preparato la cassetta, aveva portato poi una vecchia bacinella e della sabbia da metterci dentro, e quella sera non era andato giù da nessuna parte, era rimaso tutto il tempo seduto a guardare il gattino, lo accarezzava, gli porgeva il dito, sollevava quel micino e se lo stringeva al viso con tenerezza sostenendo che un gattino come quello cancella via ogni pena e ogni malinconia, che un gattino come quello è capace di grandi sentimenti.


(op. cit. pag. 29)

mercoledì 23 novembre 2011

lunedì 21 novembre 2011

david sylvian - darkest dreaming

Hrabal, un incipit












E a mio marito la copia staffetta del suo primo libricino non ne voleva sapere proprio di arrivare, lui ormai non beveva neanche più, di notte però continuava a urlare che si sarebbe buttato giù dalla finestra, che si sarebbe fatto investire da un treno, e così l'indomani, siccome avevo la giornata libera, avevo indossato il mio vestitino delle grandi occasioni, mi ero infilata le scarpette rosse coi tacchi alti, avevo preso l'ombrellino e me n'ero partita alla volta della casa editrice.



(Bohumil Hrabal, Spazi vuoti, Einaudi 2010)

domenica 20 novembre 2011

sabato 19 novembre 2011

Arminio, il paesologo











L'insegna di un negozio a Bella: Scarpe Diem.

I tetti di Tolve sembrano un campo arato.

Quando andai la prima volta a Potenza mi sembrava di girare nelle mie tasche. In via Pretoria un po' di sfaccendati facevano le vasche.






(Franco Arminio, Terracarne, Strade blu Mondadori 2011, pag.38)

giovedì 17 novembre 2011

Ma lo dico lo stesso

Solo per dire che non c'ho niente da dire, oggi.

venerdì 11 novembre 2011

da La poesia e lo spirito sempre Gavin Bryars su Jesus Blood Never Failed Me Yet

Il sangue di Gesù non mi ha mai tradito (Jesus’ Blood Never Failed Me Yet)
Pubblicato da roberto plevano su settembre 28, 2008

di Gavin Bryars

Nel 1971 mentre vivevo a Londra, stavo lavorando con un amico, Alan Power, intorno a un film sulla gente che viveva sulla strada nella zona attorno a Elephant and Castle e la stazione Waterloo. Quando erano ripresi, alcuni si mettevano a cantare canzoni da ubriachi – qualche volta pezzi di opere, qualche volta ballate sentimentali – e uno di loro, uno che in realtà non beveva, cantò una canzone religiosa, “Jesus’ Blood Never Failed Me Yet”. Questo pezzo alla fine non fu usato nel film e tutte le parti inutilizzate del nastro mi furono consegnate, compresa questa.

Quando la suonai a casa, scoprii che il canto di quell’uomo era in tono col mio piano, e improvvisai un breve acccompagnamento. Notai anche che la prima sezione della canzone – 13 battute in lunghezza – formava un efficace loop che si ripeteva in modo sottilmente imprevedibile. Portai il nastro a Leicester, dove lavoravo nella Facoltà di Belle Arti, e copiai il loop in una bobina continua, pensando di aggiungerci magari un accompagnamento orchestrale. La porta della sala di registrazione dava su una dei grandi laboratori di pittura e lasciai il nastro a copiare con la porta aperta mentre uscivo per un caffè. Tornando trovai la sala, che normalmente è molto animata, calma in modo innaturale. La gente si muoveva molto più lentamente del solito e alcuni stavano seduti da soli, piangevano in silenzio.

Mi stupii, e poi mi accorsi che il nastro stava ancora suonando, e che tutti si erano commossi a sentire quell’uomo cantare. Questo mi convinse del potere emotivo della musica e delle possibilità aperte con l’aggiunta di un semplice, anche se gradualmente in crescendo, accompagnamento orchestrale che rispetti la nobiltà e la fede semplice del vagabondo. Sebbene sia morto prima di poter ascoltare quello che avevo composto con il suo canto, il pezzo rimane un’eloquente, anche se contenuta, testimonianza del suo spirito e del suo ottimismo.

Il pezzo fu inciso in origine per la Obscure label di Brian Eno nel 1975, e per Point Records nel 1993 in una versione profondamente rivista ed estesa. La versione fatta dal mio gruppo fu composta per l’occasione nel 1993 nell’ultima incisione.

Luca Sofri su Jesus Blood Never Failed Me Yet

Il natale del barbone
Luca Sofri


A Natale, mi chiamano i parenti. Ogni anno. Che c'è di strano, direte voi. È che non mi fanno gli auguri. Si dimenticano. Mi hanno chiamato solo per un motivo. Sanno che scrivo di musica e hanno un sacco di regali da fare. Mi consigli dei cd da regalare?, dicono. Se esito, se mi diffondo in alternative, si seccano. Vogliono andare a colpo sicuro, entrare nel negozio con un foglietto e i nomi. Quest'anno mi sono preparato. Dirò "Is a woman" dei Lambchop ai più anziani, e "Unplugged" di Lauryn Hill ai più giovani. Risolto. Ma non è di questo che volevo parlare. Volevo parlare del fatto che qualche volta, dopo Natale, qualcuno mi chiama per ringraziare. Un ottimo consiglio, dicono, è stato molto apprezzato. Bene: nove anni fa mi richiamarono tutti. Tutti: mia madre, le mie tre zie, mio fratello, mia cugina, la mia matrigna, quattro amici, il mio ex professore di storia dell'arte. Un successone. Che avevo fatto? Gli avevo raccontato una storia.

La storia è questa. Gavin Bryars è un musicista contemporaneo non facile da etichettare. Nei negozi ­ quando ce l'hanno ­ lo mettono a volte nel reparto classica, a volte in quello jazz, a volte nelle colonne sonore, a volte dove capita. Ha fatto musiche per opere teatrali, per film, per programmi tv, opere classiche a se stanti, progetti d'avanguardia. Una volta stava girando per Londra con un registratore in cerca di suoni per un programma della BBC. Si imbattè in un barbone forse ubriaco che trascinava ripetitivamente tra i pochi denti una canzoncina. Non era proprio una canzoncina. Una specie di canto religioso: diceva "Il sangue di Gesù non mi ha mai tradito finora", e lo ridiceva, e lo ridiceva. Bryars si portò a casa il suo nastro e lo tenne lì. Ogni tanto lo riascoltava e ci pensava su.
"Jesus blood never failed me yet" fu pubblicato nel 1993. Dura settantatrè minuti. Per settantatrè minuti si ripete circa centocinquanta volte la stessa strofa sottratta quella notte alla voce del barbone londinese, campionata e ripetuta per tutta l'opera e accompagnata da un arrangiamento orchestrale sempre più denso, che parte da pochi archi e si arricchisce man mano di altri strumenti, cori, e infine una seconda voce solista che chiude la composizione sottobraccio al barbone. Una voce straordinaria, e la più associabile a quella di un barbone ubriaco, avrà pensato Bryars prima di telefonare a Tom Waits. Il disco è straordinario, unico, notturno, struggente. E natalizio.

Quando spiego loro di cosa è fatto, i parenti sorridono. Diffidano. Sai che noia, vorrebbero dire. Come voi adesso. Non hai niente di più normale? Poi lo ascoltano, e sorridono ancora. Alcuni fingono di addormentarsi, per prendermi in giro. Dopo lo riascoltano, e ancora. Poi, una sera che mi hanno invitato a cena, glielo trovo accanto allo stereo. Mi affaccio alla cucina dove il padrone di casa sta lavorando con un mestolo e una pentola, e il grembiule attorno alla vita, e glielo sventolo davanti agli occhi. Sorridono ancora. L'hanno comprato; dopo lunghe ricerche, perché non è facile da trovare.

Jesus Blood Never Failed Me Yet Piano Tom Waits singer

Gavin Bryars (feat. Tom Waits) - Jesus' Blood Never Failed Me Yet (Part 5)

giovedì 10 novembre 2011

lunedì 7 novembre 2011

Ancora Cechov










Soltanto gli imbecilli e i ciarlatani sanno e comprendono tutto.


(op.cit. pag.82)

domenica 6 novembre 2011

Oggi, a casa mia

Quando piove, passeggio per casa.

(Marco Santoro, scultore, pittore, oggi alle 19.03 a casa mia)

E' noto












E' noto che la gente cupa, i melanconici, scrivono sempre cose allegre, mentre la gente gaia con i suoi scritti suscita malinconia.


Anton Cechov, Senza trama e senza finale, 99 consigli di scrittura, minimun fax 2002, pag.33)

sabato 5 novembre 2011

Leonardo D'Aria, Via Ciccotti, 10, EdiViMa 2009

Non son figlio
di Gesù
non son figlio
di Maria
ma...
di chi cazz'
so' figlio?




E' diventato
anziano
il mio anno
di nascita.





Spesso
la paura mi consiglia di
tornare indietro.
Quanto mi sento di fottere!

Ancora Roger McGough

40 - LOVE

coppia - di
mezza - età
gioca - a
ten - nis
quando - la
partita - è
finita - e
vanno - a
casa - la
rete - è
sem - pre
lì - fra
lo - ro






(Roger McGough, Eclissi quotidiane, Medusa 2004, pag.89)