venerdì 10 dicembre 2010

Daniele Benati, Silenzi in Emilia, Quodlibet 2009, epigrafe














Sgnor, s'eg sii,
(Signore, se ci siete)
Fé che la me alma, s'ag l'ò,
(Fate che la mia anima, se ce l'ho)
La vaga in Paradis, s'al ghé
(Vada in Paradiso, se c'è).


Lo diceva il fratello di mio nonno.

Alessandro Piperno, Persecuzione, Mondadori 2010, incipit










Era il 13 luglio del 1986 quando un imbarazzante desiderio di non essere mai venuto al mondo s'impossessò di Leo Pontecorvo.
Un attimo prima Filippo, il suo primogenito, era alle prese con la più gretta delle lamentazioni infantili: contestare l'esigua quantità di patatine fritte che la madre gli aveva fatto scivolarenel piatto a fronte dell'inaudita generosità mostrata verso il fratello piccolo. Ed ecco un istante dopo l'anchorman del tg delle venti insinuare, al cospetto di un considerevole spicchio di nazione, che il lì presente Leo Pontecorvo avesse scambiato lettere depravate con la ragazza del suo tredicenne secondogenito.