mercoledì 27 ottobre 2010

Patty Pravo e Mina: due modelli estetici

In quella magnifica intervista di Minoli a Patty Pravo, ha fatto rumore l’epiteto di “ectoplasma” attribuito dalla Nicoletta di platino alla Mina, non più vagante, ahimè. Quando si parla di Tv, di Grande Fratello, di Festival di Sanremo, in genere, l’intellettuale ha un moto naturale di fastidio, un continuo empito allo starnuto allergico dovuto al suo cronico snobismo.
Io, invece, non essendo un intellettuale (intellettuale a chi?) trovo nella Tv (non in tutta, ovvio), certe cose, molto popolari, viste cioè da milioni di persone, stimolanti assai. Per esempio, questo Festival che comincia con questa dichiarazione della Patty Pravo sulla partecipazione ectoplasmatica della Mina (ormai da decenni, disinnescata), si presta magnificamente a capire come funzionano due categorie-cardine del gusto estetico applicato alla canzone leggera. Due categorie che sono queste: l’arte come tecnica pura o come capacità di trasmettere un’emozione? Intanto, grazie a “X Factor” e al sempre brillante Morgan si è capito che la
musica leggera è una cosa complicata e ricca di implicazioni che riguardano codici, regole, alchimie, ma anche elementi stravaganti, insoliti, spiazzanti e che quando si parla di talento non si parla solo di tecnica, come fanno invece quei morticini di docenti pedanti di "Amici”.
Infatti, da “X Factor” è uscita fuori una magnifica Giusy Ferreri mentre da “Amici”, escono vincitori dei Cosi urlanti che hanno l’intonazione giusta, fanno i saltelli giusti, hanno i capelli, il piercing e il tatuaggio al posto giusto, ma peccato che gli manca sempre quella cosa che non rientra mai nella categoria del “giusto” e
cioè il talento. Se ci va Tom Waits sicuro quei maestrini di “Amici” lo bocciano. Mentre, starebbero in ginocchio davanti a Mina. Ecco Mina. Quanto la odio. Mina rappresenta l’Istituzione non criticabile, non discutibile, la tecnica pura, l’Intoccabile, una che emotivamente è come una foca scivolosa sul ghiaccio. Amavo quella degli inizi, sfrontata e trasgressiva. Quella Mina vitale e creativa che cantava “Le mille bolle blu” o “Tintarella di luna” che ancora oggi suonano fresche e brillanti. Invece il popolo conformista adora la Mina
della tecnica pura, quella che canta “Brava” (senti come sono brava… salgo su, salgo su, poi scendo giù, poi risalgo su…) dove c’è solo lo sfoggio saccente della pura tecnica. E al massimo visualizzi un ascensore.
Ma alla fine perché la grande (lei sì) Patty Pravo ha ragione? Ha ragione quando esorta Mina ad avere più coraggio, a parte quello di presentarsi di persona se decide di esserci al Festival (e non solo per fare lo spot all’ennesimo, inutile cd in uscita), credo intenda soprattutto che debba avere più coraggio come artista, cercando di tirar fuori qualcosa di nuovo e di vitale, non il solito cd all’anno fatto di cover o di pezzi anonimi che infatti nessuno si ricorda. Patty Pravo è uno spirito libero, merce rarissima oggi, e lo dimostra quando canta, soprattutto “come” canta oltre a quando parla, cammina, sorride. Una che conosce l’autoironia ma sa anche essere l’ultima Diva in circolazione. Lei ha capito che cantare ha a che fare con l’emozione. Vaglielo a spiegare a Mina. Una Mina dovrebbe brillare, no?
Invece, che tristezza monumentale.

(già pubblicato nel 2009 su Il Quotidiano della Basilicata)