mercoledì 28 luglio 2010

Lo sballo obbligatorio


Ogni domenica, mi tocca sentire al tg di pranzo, quanti giovani si son schiantati all’alba dopo l’obbligatoria notte di alcol, droga, sesso e rock & roll. Penso: poveri giovani disperati, senza un lavoro (ma i soldi per lo sballo obbligatorio del sabato sera, chi glieli dà? La borsetta di mammà o il portafoglio di papà?), ma soprattutto senza idee, passioni, interessi. Poveretti. Gli tocca andare a schiantarsi da qualche parte col macchinone di papà (sempre lui, quel rompicoglioni). Poveri giovani tutti uguali: stessi orecchini, stessi tatuaggi, stesse griffe, stesso conformismo ebete.

Mi dispiace, per questi poveri giovani che non sanno come ammazzare il tempo. Mi dispiace non riescano neanche a ferirlo leggeremente. Il tempo. Però mi dispiace di più per i poveri alberi contro cui vanno a sbattere. Di più mi dispiace, per quei poveretti che tornano a casa nella loro utilitaria dopo un turno di notte, o dalla gita familiare al mare. Che se li trovano di fronte quei poveri giovani strafatti che decidono che anche la vita degli altri non vale nulla. Questi poveretti che invece di buttarsi da un ponte bisogna compiangerli che poveretti, hanno la società contro. Gli spacciatori che gli vendono roba tagliata invece che pura. Nessuno che li ficca in un posto fisso con un bel calcio in culo. Ma in tasca c’hanno il cellulare all’ultimo grido. Poveretti senza più un neurone in testa. O forse uno ce l’hanno ancora. Come in quella pubblicità della particella di sodio. L’unico loro neurone che gli bussa nel cervello: Ehi? C’è nessuno? C’è nessuno?

Giancarlo Tramutoli