domenica 12 giugno 2011

Noi e i governi

E in un altro discorso, celebre, il discorso in occasione del Nobel per la letteratura che gli hanno assegnato, Brodskij scrive:
Il compito di un uomo, si tratti di uno scrittore o di un lettore, sta prima di tutto nel vivere una vita propria, di cui sia padrone, non già una vita imposta o prescritta dall'esterno, per quanto nobile possa essere all'apparenza.


(Paolo Nori, op. cit, pag.190)

La Mina divagante


Un altro libro di discorsi pubblici che contiene quel gioiello di "Noi e i governi" che andrebbe diffuso nelle scuole per la sua potenza etica. Il solito Nori (la Mina divagante della letteratura italiana) che prendendo strade laterali, sentieri poco battuti, facendo percorsi strani e stranianti arriva alla fine (facendoci pensare, sorridere, emozionare) diritto alla meta. O, come direbbe un cronista sportivo, portando a casa il risultato. O, come direbbe un consulente azionario, ottimizzando il profitto diversificando gli investimenti. O, come direi io, dimostrando come quello che unisce due punti (la premessa e la conclusione) non è sempre una linea retta euclidea. O, come direbbe il muratore, usando la livella e il filo a piombo.

(Paolo Nori, La meravigliosa utilità del filo a piombo, Marcos Y Marcos 2011)

Una microrecensione


Un gioiello di humour e di struggimento sentimentale. Il bambino,Saša, è indimenticabile. La nonna, spassosa nel suo cinismo amorevole. Con una cinquantina di pagine in meno -dove l'autore indulge in ripetizioni e deliri- a mio parere, (di chi sennò), sarebbe stato più intenso e potente. Un gran bel romanzo di un esordiente che ha nella sua scrittura tutta la forza suggestiva, paradossale, poetica, della grande letteratura russa.


(Pavel Sanaev, Seppelitemi dietro il battiscopa, Nottetempo 2011)

Un incipit







A N., piccola città di provincia, così tante erano le botteghe di barbiere e le imprese di pompe funebri da far pensare che i suoi abitanti venissero al mondo con l'unico scopo di farsi la barba, tagliarsi i capelli, ungersi la testa con brillantine rinfrescanti e, quindi, morire.





(Il'F Il'Jà; Petrov Evgenij, Le dodici sedie, Bur 2007)

Paradossi








Le persone che hanno meno idee di tutti sono gli scrittori e i lettori. È meglio non sapere né leggere né scrivere che non saper fare altro che questo.

(incipit)




Il principale svantaggio di sapere di più, e di vedere più lontano degli altri, in genere è di non essere compresi. Chi è intellettualmente dotato tende ad esprimersi per paradossi, e questo lo colloca subito fuori la portata del lettore comune.


William Hazlitt, (Sull'ignoranza delle persone colte , Fazi 2001, pag.100)