sabato 15 gennaio 2011

Onde per cui si muove il mare, Ermes 1999, 2a ed.,pag.48












Gli diede un'ultima possibilità.
Gli disse:
stai zitto ora
o taci per sempre.

giovedì 13 gennaio 2011

John Cage, Silenzio, Shake edizioni 2010, pag.21









E qual è lo scopo dello scrivere musica? Ovviamente, un primo scopo è non impicciarsi di scopi bensì di suoni. Oppure la risposta può assumere la forma di un paradosso: un’intenzionale mancanza d’intenti o un gioco senza scopo. Però questo gioco sarà un’affermazione della vita, non un tentativo di ricavare l’ordine dal caos e nemmeno di suggerire miglioramenti nell’attività creativa, ma semplicemente una maniera di risvegliarci alla stessa vita che stiamo vivendo, che sarebbe straordinaria se soltanto riuscissimo a escludere la mente e i desideri, lasciando che scorra come vuole.

Temporali, zerozerosud 2002, pag.49













E' sempre meglio
una sterminata superficialità
di un'angusta e prevedibile
profondità.

martedì 11 gennaio 2011

John Cage, Silenzio, Shake edizioni 2010, pag.15









Non esistono cose come lo spazio vuoto o il tempo vuoto. C’è sempre qualcosa da vedere, qualcosa da udire. Anzi, per quanto ci possiamo sforzare di creare un silenzio non ci riusciremo mai. In certe circostanze tecniche potrebbe essere auspicabile ottenere una situazione il più silenziosa possibile, cioè l’ambiente chiamato camera anecoica, sei pareti di materiale insonorizzante allestito in modo da ottenere una camera priva di echi. Parecchi anni fa a Harvard sono stato in uno spazio del genere e ho sentito due suoni, uno alto e uno basso, e quando li ho descritti al tecnico incaricato questi mi ha spiegato che il suono ad alta frequenza era il mio sistema nervoso in funzione, quello basso era la circolazione del sangue. Sino alla fine dei miei giorni ci saranno suoni, e seguiteranno anche dopo la morte. Non c’è nulla da temere riguardo il futuro della musica.

J. Rodolfo Wilcock, Il reato di scrivere, Adelphi 2009, pp.29-30












Frasi come “Oggi mi sono alzato tardi” oppure “Proprio davanti a casa sono caduto per strada” sono già un racconto. In questa che è la sua forma più elementare, la narrativa non può scomparire, finché la lingua esiste; parlare quindi della morte del romanzo significa accennare, molto metaforicamente, alla possibilità, sempre presente, di una modificazione sostanziale di stile, tale da far credere che il romanzo, così come l’abbiamo conosciuto noi, sia momentaneamente scomparso. La sua essenza, invece, non può essere intaccata da alcuna moda, perché il romanzo, non appena si sente minacciato, ritorna alla sua condizione originaria di racconto...
Ma il desiderio di raccontare qualcosa è la condizione indispensabile, condizione che molti tendono a dimenticare. Non se ne può fare a meno: senza questa condizione non c’è romanzo, soltanto vaniloquio. Nemmeno i più audaci astrattisti del romanzo hanno potuto ignorare il fatto che qualcosa dovevano raccontare... Quindi, stabilito che romanzo è uno scritto nel quale si racconta qualcosa, e che se questo qualcosa manca non c’è romanzo, non resta molto da discutere... Il piacere di raccontare sta nel piacere di raccontare.

domenica 9 gennaio 2011

I Canti di Onan, Edizioni Ermes 1999, pag.84












Lamento di poeta

Per la volta ennesima
ho dovuto per pubblicarmi
usare la mia tredicesima.

sabato 8 gennaio 2011

Beppe Salvia, Un solitario amore, Fandango 2006, pag.143












punge di freddo la giacca nera, di gelo.

gli ombrelli si rivoltano nel vento, volano i bimbi
e verso il cielo! sembrano di gesso nero
e la lavagna bianca,

fiocca la neve i bimbi
fioccano nel cielo, rondini
d'inverno bimbi sciocchi fiocchi

Temporali, Zerozerosud 2002, pag.53













Fumo tabacco aromatico.
E' quasi mezzanotte.
Ha piovuto tutto il giorno.
Sono stato ore al cavalletto.
Ora vado a letto e per oggi
mi levo di torno.

giovedì 6 gennaio 2011

Dizionario dei luoghi ameni, Promo 2000, pag.27

EPIFANIA
Apparizione della calza perduta da un anno, quando ormai avete già buttato via l'altra.

mercoledì 5 gennaio 2011

Temporali, Zerozerosud 2002, pag.60













Si arrese alle sei di sera:
guardò la TV per sei ore
poi l'accese.
Quindi si distese sul divano
col suo gatto siamese.

martedì 4 gennaio 2011

Francesco Bonami, Si crede Picasso, Mondadori 2010, pag.66











Amiamo Hopper perché rappresenta l’archetipo del pittore moderno, solo davanti alla realtà, isolato individuo che osserva il mondo più come un cane che come un uomo. I suoi quadri hanno il punto di vista di un cane, racchiudono l’enigma di questo animale che ci osserva senza capire le relazioni che ci sono fra di noi. Gli uomini e le donne nei quadri di Hopper non sanno di essere guardati, nelle loro stanze credono di essere soli, non si accorgono che lì accucciato li guarda il loro cagnolino invisibile.

lunedì 3 gennaio 2011

Lampadina

Diffido sempre
di quelli
che eccedono
con gli aggettivi.
Anche se credono
d'essere ancora vivi.

domenica 2 gennaio 2011

Monicelli e gli amici









Il fatto che uno come Mario Monicelli, come racconta Carlo Verdone, lo si vedeva mangiar da solo al ristorante e che pone fine alla sua vita lanciandosi da una finestra, ha molto a che vedere, mi pare, col valore degli amici e dei familiari nell'esistenza profonda di una persona ipersensibile.

Paolo Nori, Pubblici discorsi, Quodlibet 2008, 4a di copertina











Secondo me, adesso io non son pratico, ma secondo me anche il capo dello stato, per il suo discorso dell'ultimo dell'anno, se lui pe esempio cominciasse dicendo Cari italiani, quando comprate un uccello, guardate se ci sono i denti o se non ci sono. Se ci sono i denti, non è un uccello.
Sarebbe un grande inizio, per un discorso di un capo dello stato.

sabato 1 gennaio 2011

Temporali, zerozerosud 2002, pag.63













In un alveare
l'ape regina
la distingui subito
dall'ape rugina:
non ha cioccolato addosso
nè il bigliettino col paradosso.