lunedì 8 agosto 2016

Una goccia di caffè e la fede


L’espressione “hai le mani di ricotta” rivolta a chi dalle mani gli casca spesso qualcosa assai mi s’addice. E faccio danni. Una volta m’è successo con una tazzina di caffè che mi casca per terra, appena bevuta, ma con una residua goccia zuccherata nel fondo. La goccia raggiunge le pareti, la camicia, s’insinua perfida nel tiretto delle posate, macchia il calzino alla caviglia che l’ha colpita nel tentativo di acchiapparla a volo, fino a schiantarsi contro la lampada amata e schivando l’odiata bomboniera ed è proprio allora che mi sento un vero credente e grande astematore della divinità suprema, bisognoso di un calendario perché in questi casi la quantità diventa qualità e confidando nella comprensione di nostro Signore che, se è un vero signore, certamente capisce misericordioso il mio ineluttabile momento di stizza. Che mai come in quel momento capisco perché si chiama “stizza”.