mercoledì 10 novembre 2010

Paolo Morelli, Il trasloco, Nottetempo 2010, incipit













Avviso ai Traslocanti


Chiunque ha traslocato una volta nella vita sa che voglio dire. Come al solito però, sono necessarie alcune precisazioni. Siccome mi sono sentito più volte compatire, durante il mio trasloco, devo precisare che sto parlando di un trasloco che ho fatto con le mie mani. Come al solito, solo dagli avvenimenti di cui si ha più viva esperienza si può trarre il meglio, dopo la fatica e i patimenti necessari. Capita di pensare, durante un trasloco fatto con le proprie mani, a cose molto importanti. Non troppe però, altrimenti si perde la convinzione atletica e la concentrazione. La sera tardi, dopo aver traslocato tutto il giorno e prima di addormentarsi in preda agli incubi di un’altra giornata traslocativa che ci attende, capita di pensare che quello del trasloco è un buon momento per morire. Si è, tanto per dire, quasi
pronti, bisogna solo cambiare la destinazione all’ultimo momento,magari sentendosi fieri della propria duttilità mentale. Si parte da un luogo conosciuto per uno ancora sconosciuto e che quindi potrebbe essere peggio ma anche meglio, e il fatto che non ci si possa portare
niente fa morire più contenti in questo caso.