Il tempo è tiranno.
Il tempo è guaritore.
Il tempo è galantuomo.
Il tempo è denaro.
Il tempo fugge tuttavia.
Questo despota gentile
questo prezioso medico curante
questa specie di santone
che cambia ad ogni stagione
e che non si fa mai acchiappare.
Questo tempo reale aristocratico
che quando piove è un temporale.
Ah, i bei tempi di una volta
con la visuale capovolta.
Eravamo così giovani, un tempo.
Saremo così vecchi in un lampo.
Ed è tutto un tuono, un frastuono
un piove sempre sul lagnato
sul tempo che passa che è troppo
freddo, troppo caldo, troppo veloce
e a volte, pure troppo lento.
Nel frattempo, io mi fermo.
mercoledì 30 settembre 2015
domenica 27 settembre 2015
Cos'è la musica?
"Eseguirono la Sonata a Kreutzer di Beethoven. Lo conosce lei il primo tempo, il 'presto' iniziale, lo conosce?!" gridò addirittura. "Oh, è qualcosa di terribile quella sonata. E specialmente quel tempo iniziale. Del resto, la musica in generale è una cosa tremenda. Ma che cos'è poi? Io non la capisco. Cos'è la musica? Che effetto ha su di noi? E perché ha l'effetto che ha? Si dice che la musica abbia l'effetto di elevare l'animo, ma non è vero, sono sciocchezze! E' certo che un effetto ce l'ha, un effetto terribile, almeno su di me, ma niente affatto nel senso di elevare l'animo. Essa non ha l'effetto di elevare l'animo, e nemmeno di abbatterlo, bensì quello di eccitarlo. Come potrei spiegarglielo? La musica mi costringe a dimenticarmi di me stesso, a dimenticare la mia situazione concreta, e mi trasporta in una situazione diversa, che non è la mia; sotto l'influenza della musica mi sembra di sentire ciò che in realtà non sento, di capire ciò che non capisco, di poter fare cose che in realtà non posso fare. Io me lo spiego nel senso che la musica agisce come uno sbadiglio, come una risata: non ho voglia di dormire, eppure sbadiglio, se vedo qualcuno che sbadiglia; e così, anche se non c'è nessuna ragione di ridere, io rido se sento qualcuno che ride.
"Di colpo la musica mi trasporta direttamente nella condizione spirituale in cui si trovava il suo autore al momento di scriverla. La mia anima si fonde con la sua, ed io mi vengo trasferendo insieme a lui da uno stato d'animo all'altro, ma perché questo accada io non lo so. Certo colui che ha scritto la musica - mettiamo che si tratti della Sonata a Kreutzer di Beethoven - sapeva perché si trovava in quel tale stato d'animo, che lo spingeva a compiere determinati atti e che perciò per lui aveva un senso; ma per me, invece, non ne ha nessuno.
(Lev Tolstoj, Sonata a Kreutzer, traduzione e cura di Gianlorenzo Pacini, Feltrinelli 2015, pag.100)
sabato 26 settembre 2015
Variante dell'editor
Ma che bambino simpatico
e che padre antipatico
pensai un giorno scuro
incontrando me stesso
a spasso
con mio figlio Arturo.
e che padre antipatico
pensai un giorno scuro
incontrando me stesso
a spasso
con mio figlio Arturo.
A una certa ora della notte
La mamma dormiva col bambino.
Il papà col suo cuscino.
Il papà col suo cuscino.
venerdì 25 settembre 2015
Personaggi
Ho letto un’intervista a uno scrittore che dice testualmente:
I miei romanzi sono commedie con personaggi simpatici e brillanti.
I miei romanzi sono commedie con personaggi simpatici e brillanti.
giovedì 24 settembre 2015
mercoledì 23 settembre 2015
Domande
1.
“Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava
e del sole che trafigge i solai, che ne sai?
E del mondo tutto chiuso in una via
e di un cinema di periferia
che ne sai della nostra ferrovia che ne sai?”
In effetti, non ne so un cazzo di niente.
Lucio Battisti, Pensieri e parole
2.
“Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava
e del sole che trafigge i solai, che ne sai?
E del mondo tutto chiuso in una via
e di un cinema di periferia
che ne sai della nostra ferrovia che ne sai?”
Professò, una domanda alla volta, però eh!
Lucio Battisti, Pensieri e parole
“Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava
e del sole che trafigge i solai, che ne sai?
E del mondo tutto chiuso in una via
e di un cinema di periferia
che ne sai della nostra ferrovia che ne sai?”
In effetti, non ne so un cazzo di niente.
Lucio Battisti, Pensieri e parole
2.
“Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava
e del sole che trafigge i solai, che ne sai?
E del mondo tutto chiuso in una via
e di un cinema di periferia
che ne sai della nostra ferrovia che ne sai?”
Professò, una domanda alla volta, però eh!
Lucio Battisti, Pensieri e parole
Orso polare
Arturo: Ma l'orso polare si chiama così perché è popolare?
martedì 22 settembre 2015
domenica 20 settembre 2015
Un classico
"Fa da paciere, muore accoltellato."
Dio c'è, ma di sicuro s'è addormentato.
(dall'Ansa di oggi)
Dio c'è, ma di sicuro s'è addormentato.
(dall'Ansa di oggi)
Pregiudizi
Tempo fa, in un pub a discutere di pittura con un tale che a un certo punto mi dice: Ma lo sai che tu sei pieno di pregiudizi? Io gli rispondo: Certo che lo so. E vorrei vedere. C'ho messo un sacco di anni a farmeli.
(pag.90)
sabato 19 settembre 2015
Neologismo
IMPARATORE: Chi invece della smania di potere ha la smania irrefrenabile d'imparare le lingue. Da cui le espressioni: IMPARO ROMANO, IMPARO OTTOMANO, IMPARO PERSIANO, IMPARO MONGOLO, IMPARO BIZANTINO, IMPARO GIAPPONESE, ecc.
Sovrapposizioni
Quando mi capita, come ho fatto stamattina, di usare un quadro fatto da Arturo come fondo, mi prende insieme un senso di colpa (anche se sono cose fatte quando aveva quattro o cinque anni) e nello stesso tempo, sono contento, perché le sue pennellate è come se le incorporassi e danno una bellezza speciale (con quelle rugosità, quei piccoli, imprevisti rilievi, increspature fatte con le sue mani, in 3 D, come dice lui) al mio quadro. Come se fosse nutrito e potenziato da lui. Arturo, che ha appena compiuto sei anni e che sta ora, ignaro, nella sua aula che stamattina mi ha fatto vedere, tutto contento, quando l’ho accompagnato a scuola.
Autocertificazione
Quelli che dicono o scrivono:
"una narrazione"
fanno della loro coglionaggine
l'autocertificazione.
"una narrazione"
fanno della loro coglionaggine
l'autocertificazione.
giovedì 17 settembre 2015
Facendo finta
Passavo le giornate in un parco della città facendo finta di leggere Orazio. Al tramonto la gente usciva dal Métro e si riversava in strada. A Parigi anche la metropolitana deve essere bella per forza.
(Jenny Offill, Sembrava una felicità, Enne Enne Editore, Milano 2015, pag.8)
E quant'altro
Quelli che dicono
e ripetono:
“e quant’altro”
nella testa, sicuro
non hanno altro.
e ripetono:
“e quant’altro”
nella testa, sicuro
non hanno altro.
mercoledì 16 settembre 2015
Tempo perso
Basta perder tempo con chiunque. Preferisco perderlo con me. Uno qualunque, ma che comunque, quando sta zitto, non m'annoia.
Gratitudine
Quelli che ti chiedono, (te lo chiedono loro eh), se gli mandi la recensione che è uscita del tuo libro e poi non ti dicono manco: Grazie, che me l'hai mandata.
Lezioni di vita
"La sincerità va esibita con parsimonia. Mai lasciar capire quello che veramente si pensa, impara."
(Gaetano Cappelli, Parenti lontani, Mondadori, Milano 2000)
(Gaetano Cappelli, Parenti lontani, Mondadori, Milano 2000)
martedì 15 settembre 2015
Poeti, Tenenti, Santi e Navigatori
La badante rumena, alla cassa, mentre le cambio un assegno col mio sigaro spento in bocca, mi dice:
Sembri il Comandate Colombo.
Sembri il Comandate Colombo.
lunedì 14 settembre 2015
Luci a San Siro
"Hanno ragione, hanno ragione
mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa".
Per questo ti chiami Vecchioni, Roberto.
Roberto Vecchioni, Luci a San Siro
mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa".
Per questo ti chiami Vecchioni, Roberto.
Roberto Vecchioni, Luci a San Siro
domenica 13 settembre 2015
Eravamo in centomila
"Scusi lei! che c'è
dove va! perché
oh! bella mora...
se non sbaglio lei ha visto
Inter-Milan con me
ma come fa lei a non ricordar!
Noi eravamo in centomila
allo stadio quel dì."
E lei mi disse no
invece di dirmi sì.
Adriano Celentano, Eravamo in centomila
dove va! perché
oh! bella mora...
se non sbaglio lei ha visto
Inter-Milan con me
ma come fa lei a non ricordar!
Noi eravamo in centomila
allo stadio quel dì."
E lei mi disse no
invece di dirmi sì.
Adriano Celentano, Eravamo in centomila
sabato 12 settembre 2015
venerdì 11 settembre 2015
alla maniera di Enzo Jannacci
Quelli che ti parlano anche se vedono che stai al telefono.
Quelli che ti dicono, Faccia pure con calma, se lo beva pure il caffè e ti mettono ansia e non sospettano che il caffè a te non ti piace bollente e che comunque, il caffè, me lo bevo quando decido io.
Quelli che dalla loro auto ti invitano ad attraversare la strada
con delle gentili zampate da orso polare.
Quelli che ti chiedono, Ma sei arrabbiato oggi? Facendoti davvero arrabbiare.
Quelli che ti fanno una domanda e poi non ascoltano la risposta.
Quelli che ti dicono che te l’avevano già detto e che sei tu che non te lo ricordi.
Quelli che a loro fa piacere farti gli auguri per il compleanno
pur sapendo che invece a te no, non fa piacere riceverli.
Quelli che al bar parlano di morale, onestà, dei politici ladri e corrotti
e appena escono fuori dal bar fanno gli immorali, i disonesti, i ladri e i corrotti.
Quelli che credono nella gentilezza ma solo in quella degli altri.
E quelli che fanno le liste di quelli che gli stanno sulle palle.
Quelli che ti dicono, Faccia pure con calma, se lo beva pure il caffè e ti mettono ansia e non sospettano che il caffè a te non ti piace bollente e che comunque, il caffè, me lo bevo quando decido io.
Quelli che dalla loro auto ti invitano ad attraversare la strada
con delle gentili zampate da orso polare.
Quelli che ti chiedono, Ma sei arrabbiato oggi? Facendoti davvero arrabbiare.
Quelli che ti fanno una domanda e poi non ascoltano la risposta.
Quelli che ti dicono che te l’avevano già detto e che sei tu che non te lo ricordi.
Quelli che a loro fa piacere farti gli auguri per il compleanno
pur sapendo che invece a te no, non fa piacere riceverli.
Quelli che al bar parlano di morale, onestà, dei politici ladri e corrotti
e appena escono fuori dal bar fanno gli immorali, i disonesti, i ladri e i corrotti.
Quelli che credono nella gentilezza ma solo in quella degli altri.
E quelli che fanno le liste di quelli che gli stanno sulle palle.
mercoledì 9 settembre 2015
Pugni chiusi
“Pugni chiusi
non ho più speranze
in me c’è la notte più nera.
Occhi spenti nel buio del mondo“.
Pensò il pugile moribondo.
I Ribelli, Pugni chiusi
non ho più speranze
in me c’è la notte più nera.
Occhi spenti nel buio del mondo“.
Pensò il pugile moribondo.
I Ribelli, Pugni chiusi
martedì 8 settembre 2015
Cinema all'aperto
“Passammo l’estate
su una spiaggia solitaria
e ci arrivava l’eco
di un cinema all'aperto”.
Proiettavano:
Gruppo di famiglia in un interno.
Franco Battiato, Summer on a solitary beach
su una spiaggia solitaria
e ci arrivava l’eco
di un cinema all'aperto”.
Proiettavano:
Gruppo di famiglia in un interno.
Franco Battiato, Summer on a solitary beach
Troppo giovane
“Certo non ne ho viste mai
belle sexy meglio di lei
ma a me sembra che lei
è un po’ troppo giovane per te”.
Vuoi mettere una tua coetanea
che ti fa gli strascinati a mano la domenica?
Adriano Celentano, Oh Diana
belle sexy meglio di lei
ma a me sembra che lei
è un po’ troppo giovane per te”.
Vuoi mettere una tua coetanea
che ti fa gli strascinati a mano la domenica?
Adriano Celentano, Oh Diana
lunedì 7 settembre 2015
La mia sera
"Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle"
disse il pugile crollando al tappeto.
Giovanni Pascoli, La mia sera
(pag.110)
domenica 6 settembre 2015
E correndo
"E correndo m'incontrò lungo le scale".
Ancora non avevano aggiustato l'ascensore.
Francesco Guccini, Incontro
Ancora non avevano aggiustato l'ascensore.
Francesco Guccini, Incontro
sabato 5 settembre 2015
Charles Bukowski, Urla dal Balcone, Minimum fax 2000
A Douglous Blazek
4 novembre 1964
Scrivere un libro? un romanzo? io sono troppo pigro, troppo stufo, ed è un tale spreco di parole, e poi non me lo pubblicherebbero, perciò perché non spezzettarlo in tanti poetici mal di denti, tutta roba non ingombrante?
(pag.105)
4 novembre 1964
Scrivere un libro? un romanzo? io sono troppo pigro, troppo stufo, ed è un tale spreco di parole, e poi non me lo pubblicherebbero, perciò perché non spezzettarlo in tanti poetici mal di denti, tutta roba non ingombrante?
(pag.105)
Fincipit per l'editor
"Caro amico ti scrivo"
così mi correggi un po'.
Lucio Dalla, L'anno che verrà
così mi correggi un po'.
Lucio Dalla, L'anno che verrà
Fincipit poetico
"Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade"
preferisco
lavorare a maglia.
Giuseppe Ungaretti, Natale
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade"
preferisco
lavorare a maglia.
Giuseppe Ungaretti, Natale
Fincipit musicale
"Prendi una donna
dille che l'ami"
poi dopo però
rimettila a posto.
Marco Ferradini, Teorema
dille che l'ami"
poi dopo però
rimettila a posto.
Marco Ferradini, Teorema
venerdì 4 settembre 2015
Chi cerca trova
Quando l'ho cercato io
l’agone
in un grande pagliaio
ho trovato solo confusione.
l’agone
in un grande pagliaio
ho trovato solo confusione.
per Giulia N.
Scrissi una lunga poesia sui cavalli
battuta a macchina su foglietti colorati
e spillati, celesti, rossi, verdi e gialli.
Cavalli di tutti i tipi e finiva con una pagina
fitta di cavalli cavalli cavalli cavalli.
La regalai a una ragazza che mi piaceva
che incredula si mise a ridere
senza capire la finezza della cosa.
Era un’aretina e pensai: Questa è cretina.
Mi sentii come Leopardi con Silvia.
E me ne andai triste e gobbo
prima al trotto e poi al galoppo.
battuta a macchina su foglietti colorati
e spillati, celesti, rossi, verdi e gialli.
Cavalli di tutti i tipi e finiva con una pagina
fitta di cavalli cavalli cavalli cavalli.
La regalai a una ragazza che mi piaceva
che incredula si mise a ridere
senza capire la finezza della cosa.
Era un’aretina e pensai: Questa è cretina.
Mi sentii come Leopardi con Silvia.
E me ne andai triste e gobbo
prima al trotto e poi al galoppo.
giovedì 3 settembre 2015
Scrivere
Bukowski diceva che per scrivere
l’importante è trovare una sedia
e che non sempre la si trova.
William Carlos Williams
a chi gli chiedeva:
Come fai a scrivere?
Rispondeva:
Mi siedo e scrivo.
Ma allora è vero
che ci vuole il sedere
per diventare dei veri scrittori.
l’importante è trovare una sedia
e che non sempre la si trova.
William Carlos Williams
a chi gli chiedeva:
Come fai a scrivere?
Rispondeva:
Mi siedo e scrivo.
Ma allora è vero
che ci vuole il sedere
per diventare dei veri scrittori.
mercoledì 2 settembre 2015
Sempre cara mi fu quest'ernia al colon, Il libro dei fincipit, a cura di A.Bonino e S.Andreoli, Mondadori 2007
Il fincipit è un gioco semplice e meravigliosamente divertente. Si prende l'incipit di un'opera famosa, sia essa un romanzo, una poesia o una canzone. E proprio nel bel mezzo della sua solennità, si inserisce una frase, un verso, un colpo di frusta comico che la porta inesorabilmente verso una conclusione brusca ed esilarante.
(dalla prefazione di Stefano Bartezzaghi)
(dalla prefazione di Stefano Bartezzaghi)
Conservatore
Quando mi preparo
la riserva d'olio piccante
per la prossima stagione
mi sento sempre
un forte conservatore.
la riserva d'olio piccante
per la prossima stagione
mi sento sempre
un forte conservatore.
Un altro fincipit
"Quando sei qui con me
questa stanza non ha più pareti
ma alberi..."
- E sugli alberi è pieno di paparazzi.
(Gino Paoli, Il cielo in una stanza)
questa stanza non ha più pareti
ma alberi..."
- E sugli alberi è pieno di paparazzi.
(Gino Paoli, Il cielo in una stanza)
Un fincipit
- "Sai cos'è l'isola di Wight?"
- No.
(Dik Dik, L'isola di Wight)
- No.
(Dik Dik, L'isola di Wight)
martedì 1 settembre 2015
Utile e dilettevole
Oggi ho fatto due cose utili. Preparato due chili di peperoncini piccanti calabresi, messi a seccare nel forno, per riempire otto vasetti di olio santo per il mio consumo annuo. Ravvivato con vernice alla cera d'api due cubi di legno e cominciato un quadro nuovo.
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