venerdì 19 novembre 2010

Temporali, Zerozerosud 2002, pag.90













La solitudine
è la mia latitudine
quello che resta
è pura consuetudine
e adesso basta parole
con queste rime in Udine.
Io sto a Potenza e mi sento debole.

Antonio D’Orrico, Come vendere un milione di copie e vivere felici, Mondadori 2010, pag.15













Ritorniamo al punto di partenza. E cioè all’uso della parola “membro” in contesti che non siano sessuali o erotici. Solerti funzionari della Rai degli anni Cinquanta proibirono tassativamente l’uso di espressioni del tipo “i membri del parlamento” perché ritenevano che i telespettatori e i radioascoltatori avrebbero immediatamente visualizzato, sentendole, l’immagine di un’assemblea di organi genitali maschili riuniti nella sala di Montecitorio e, a seconda del loro carattere, si sarebbero indignati (e con ogni probabilità avrebbero disdetto l’abbonamento Rai e messo al rogo in Campo de’ Fiori i relativi libretti per il pagamento del canone) o si sarebbero sbellicati dalla risate. Provocando in ogni caso un grave danno all’azienda.