martedì 7 febbraio 2017

Verdi


A FRANCESCO MARIA PIAVE, VENEZIA

Parigi, venerdì 10 febbraio 1854

Car Piave,
[...] M'hai fatto ridere davvero col tuo amuleto!!! Del resto questa lettera è stata un po' amuleto anche per me perché nel riceverla, causa sempre dell'amuleto ho riso per mezz'ora. E' così bella cosa il ridere quando soprattutto s'annoja come io faccio! Son dieci o quindici o venti giorni che sento sulla testa come un berretto di Doge, ma di ferro e così pesante che non posso nè lavorare, nè andare a spasso, nè far niente. E' un bell'affare questo berretto!
Cosa sarà... Il clima, la noja di non essere a SANT'AGATA?!! Per Dio e devo scrivere!! Come fare? Basta basta, un bel mattino ne faccio una bella!!... grossa... Sì, ben grossa perché quando io faccio le coglionerie sono sempre grandi. Prova ne sia questa scrittura di Parigi!! [...] Non ti parlo degli Italiani: non sono stato che due sere. Cantano così bene, così perfettamente, così meravigliosamente ...oh! da fare allungare i coglioni fino alle scarpe... Addio ludro mio!... [...]
La Peppina ti saluta. Addio.
G.Verdi

(Verdi, E' così bella cosa il ridere, Lettere di un genio compreso, L'orma editore, Roma 2016,pag. 57-58)



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