mercoledì 7 settembre 2011

lacrime












Ed Emily non aveva ancora versato neppure una lacrima. La cosa la tormentò per tutto il viaggio di ritorno in città, che lei fece con una mano infilata tra la propria guancia e il vetro freddo e vibrante del finestrino della limousine, come se questo potesse esserle d‘aiuto.
Provò a bisbigliare “Papà” fra sé, provò a chiudere gli occhi e a immaginare il suo volto, ma non funzionò. Poi pensò a una cosa che le fece venire un nodo alla gola: magari non era mai stata la beniamina di suo padre, però lui l’aveva sempre chiamata “coniglietto”. E adesso piangere le venne facile, tanto che la madre si protese a stringerle una mano; l’unico guaio era che non sapeva bene se stava piangendo per il padre o per Warren Maddock, o Maddox, che adesso era nel South Carolina sul punto di essere inviato a una divisione.
Però smise bruscamente di piangere quando si rese conto che anche quella era una menzogna: quelle lacrime, come sempre finora nella sua vita, erano totalmente per se stessa: per la povera, sensibile Emily Grimes che nessuno capiva, e che non capiva niente.

(op.cit. pag.72-73)

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