venerdì 22 luglio 2011

L'ombra del falco obeso, di Gaetano Cappelli














Il romanzo breve, dal titolo lunghissimo, L’ombra del falco obeso e la Corvette di Springsteen ovvero Il potere delle maledizioni sul destino degli uomini con una stima molto ma molto approssimativa del loro tempo di realizzazione di Gaetano Cappelli, a me pare più un saggio, (oltre che di bravura), comico-antropologico che riassume, in chiave parodistica, usi, leggende, scaramanzie e rituali apotropaici che rimandano a quel cult di De Martino che è Sud e Magia.
Con la dovuta, direi, distanza ironica e di brillante cinismo di uno scrittore in grande forma. Da scompisciarsi l’uso di certi lessici, quello anglo-pietragallese della Maga Nancy o quello tursitano del Vate Innominabile. Precisa nella sua malinconica ilarità, la ricostruzione di uno di quei migliaia di premi di provincia con i suoi tipi fissi: il prof universitario che parla dei fatti suoi, l’organizzatore pasticcione, la bella presentatrice che non sa quel che dice, le patetiche celebrità locali e un’umanità varia che confluisce nell’inevitabile cena con le autorità e gli sponsor, ringraziati nell’estenuante discorso d’apertura. Una perla, un vero colpo d’ala (visto che nel racconto gli uccelli sono la chiave di tutto), è la citazione di una canzone dei Pink Floyd (Several Species of Small Furry Animal...)
(link pezzo http://youtu.be/RjbdjHmPcc4

costruita su una ruota di fonemi per spiegare una suggestione onomatopeica, magica, oniricornitologica, dove la reincarnazione diventa una dannazione, uno sberleffo ma anche una consolazione, a seconda dello sviluppo dei destini e dei casi della vita terrena degli uomini.


(pubblicato oggi su Il Quotidiano della Basilicata)

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