In effetti, da sempre, mi chiedo com’è possibile emozionarsi alle parole stantie, opache, vacue di tutti i papi, wojtyla compreso. ’ste folle adoranti di fronte alla noia plumbea di discorsi privi di alcuna suggestione. Son meglio i santoni indiani, hanno più carisma gli osho, i maragj e i sai baba, no? Non a caso, quando si vuol citare un discorso memorabile di un papa, si torna sempre a papa giovanni XXIII, al discorso della luna e del quando tornate a casa fate una carezza ai vostri bambini e dite che questa è la carezza del papa. Insomma. Fa effetto solo per contrasto al nulla di tutti i discorsi sentiti dai papi. Fa ridere, per paradosso, l’espressione “papale papale”. E’ esattamente il contrario. Una fumata grigia.
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