sabato 25 luglio 2015

Reading

La vanità
di leggersi addosso
avere in testa sempre
le parole che abbiamo scritto
rischiando di impararle a memoria
disturbando i nostri poveri sonni.
Leggerle anche male, rovinandole
pavoneggiarsi, esibirsi
esibire la propria faccia
i propri tic
intonare la voce
gingillarsi col microfono
che da solo dà autorevolezza.
Non sfuggire neanche alla retorica
dell'antiretorica
essere brillanti, autoironici
per divertire il pubblico presente
mai pagante e magari pure manducante.
Mendicare attenzione per una serata
e tornarsene a casa con la vergogna vaga
di aver commesso un misfatto
soprattutto contro se stessi.
Avere il dubbio di essere tra i primi
nel campionato dei fessi.

Tempo



Parlare
del tempo
serve solo
ad ammazzarlo
il tempo.


[pag. 65]

Correzioni

Scrivere una cosa al giorno
toglie il vuoto di torno.
Leggere quello che hai scritto
ti fa sentire un guitto.
E poi capisci che il testo
come il caffè
è sempre meglio corretto.