Il lettore pensa, sbagliando, che io scrivo per lui. Io scrivo per me. E chi se ne fotte se a te, lettore, non ti piace. Deve piacere a me. E a me, come dieva Totò, a me, devo dire, a me... piace. E intanto, l'ho scritto. E magari tu manco l'hai letto. E quindi? Chi se ne strafotte. Intanto io l'ho scritto e se l'ho scritto, forse, esisto. Tu, invece, magari no. Neanche esisti. Peggio per te.
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