Nella pausa pranzo, non pranzo. Vado a cento metri dall’ufficio, se non piove, su una panchina, sotto un albero, Un’oasi tranquilla di solitudine. Silenziosa. Leggo qualcosa. A volte, quasi mi addormento. Sono stanco. Mi affatica andare a casa e tornare. Su e giù per le scale mobili. Che ci vado a fare a casa se non ho neanche fame? Dico fame e mi viene in testa Knut Hamsun. Il suo capolavoro. E penso che ha un nome che suona come un colpo di tosse. Norvegese.
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