Alle
poste a spedire il mio libro ad Aldo Busi. Confezionato con cura maniacale. Con
una breve lettera scritta e corretta una decina di volte. Il pacchetto viene
lanciato in un cassone semivuoto dallo sportellista con palle gonfie a
mongolfiera e con un certo disprezzo, visto che era un’operazione di spedizione
piego di libri. Questo mi ha subito ricondotto alla dimensione rasoterra dello
scrittore clandestino di provincia. Anche se per un attimo stavo per passare
con un balzo felino dall’altra parte per lasciarmi andare a un gesto di brutale
violenza. La prossima volta nel pacchetto ci metto tre patate, in modo da
sentire con godimento il tonfo che fanno dopo il lancio.
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