Michel Houellebecq dice in un’intervista
che la poesia non tollera l’ironia
che anche lui non la sopporta
e che insieme allo humour
banalizzerebbero la tragedia
dell’esistenza.
Bisogna scrivere versi gravi e grevi
cose che non siano troppo brevi
ripetere a tutti quello che tutti
sanno già benissimo.
Ricordargli che siamo nati per soffrire.
A me, che non sono un poeta serio,
verrebbe da dire che invece
siamo come le cipolle
(che fanno piangere i veri poeti
lacrime nelle ampolle).
Noi siamo come le cipolle.
Siamo nati per soffriggere.
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