Allungando il collo sopra il tavolo, Evsej osservava gli impiegati, sperando di trovare qualcuno che potesse aiutarlo. Si era svegliato in lui l'istinto di autodifesa, che gli faceva raccogliere tutti i sentimenti che aveva soffocato e tutti i pensieri sconnessi in un unico desiderio: adattarsi il prima possibile a quel luogo e a quelle persone per passare inosservato.
(Maksim Gor'kij,
Storia di un uomo inutile, trad. di Francesca Biagini, UTET 2009, pag.73-74)
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