lunedì 21 novembre 2011
Hrabal, un incipit
E a mio marito la copia staffetta del suo primo libricino non ne voleva sapere proprio di arrivare, lui ormai non beveva neanche più, di notte però continuava a urlare che si sarebbe buttato giù dalla finestra, che si sarebbe fatto investire da un treno, e così l'indomani, siccome avevo la giornata libera, avevo indossato il mio vestitino delle grandi occasioni, mi ero infilata le scarpette rosse coi tacchi alti, avevo preso l'ombrellino e me n'ero partita alla volta della casa editrice.
(Bohumil Hrabal, Spazi vuoti, Einaudi 2010)
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