giovedì 24 novembre 2011
Gatti... non parole
Era rimasto esterrefatto alla vista di quel gattino, si era intenerito, aveva portato subito del latte, e mentre intanto il gattino se lo buttava giù con gusto, e dopo che si era ben nutrito, mio marito gli aveva preparato la cassetta, aveva portato poi una vecchia bacinella e della sabbia da metterci dentro, e quella sera non era andato giù da nessuna parte, era rimaso tutto il tempo seduto a guardare il gattino, lo accarezzava, gli porgeva il dito, sollevava quel micino e se lo stringeva al viso con tenerezza sostenendo che un gattino come quello cancella via ogni pena e ogni malinconia, che un gattino come quello è capace di grandi sentimenti.
(op. cit. pag. 29)
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