Il primo anno di lavoro a Roma, a cenar la sera, sconsolato, solo, sui gradini della fontana di Trevi, con una pizzetta e una bottiglia di vino da un quartino, nella desolazione invernale, triste, senza la solita folla dei turisti. Ero quietamente disperato. Questo mi viene sempre in mente ogni volta che qualcuno mi dice, Stavi a Roma? Ma chi te l’ha fatto fare a tornare in questa necropoli di provincia?
(Dal Diario di un anarchico reazionario, in lavorazione)
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