Leggo questo raccontino di Edoardo Nesi, "Miracolo inevitabile", non è manco brutto. A parte l'incipit imbarazzante, con quella pausa impregnata d'enfasi, teatrale, alla Baricco: L'inverno, all'improvviso. Si tratta di una partita di pallone su un campetto di periferia, tra una squadra di poveri e una di benestanti. Il miracolo è un pallonetto da quaranta metri che chiude la partita e il racconto. Peccato che dentro ci siano cose come queste: "Sortono" per dire escono, "a quell’età, per Dio, non si è mai stanchi", (per Dio?), una Francesca che l' autore si scorda dopo due pagine di aver già nominato, come se non l’avesse manco riletto, il suo racconto. E un gioco sumero, (far uscire la sabbia dai pugni chiusi) che cita, stucchevolmente, tre volte in tre pagine, a cui si dedica il ragazzino in porta, prima di essere sorpreso da questo miracoloso pallonetto. Parafrasando il poeta, Tu chiamale se vuoi, distrazioni...
PS
Nel frattempo, questo fuoriclasse, ha vinto il premio Strega. Auguri!
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