Wikileaks:
finalmente
è stato
sputtanato
l’aggettivo
“diplomatico”.
(su QdB di oggi)
lunedì 29 novembre 2010
domenica 28 novembre 2010
sabato 27 novembre 2010
venerdì 26 novembre 2010
Philip Roth, La controvita, Einaudi 2010, (traduzione di Vincenzo Mantovani), pag.104

Naturalmente, intenerirsi davanti a un pezzo di roccia come si intenerisce una madre davanti al figlio malato non aveva necessariamente nessun significato. Puoi girare baciando tutti i muri della terra, e tutte le croci, e i femori e le tibie di tutti i santi, i martiri e i beati massacrati dagli infedeli, e tornando in ufficio trattare i dipendenti da quel figlio di puttana che sei o fare a casa la testa di cazzo con la tua famiglia.
giovedì 25 novembre 2010
Philip Roth, La controvita, Einaudi 2010, pag.47

Stiamo andando dall’aeroporto in albergo. Il tassista, un israeliano,si volta indietro e dice in inglese:”Perché gli ebrei hanno il naso così grosso?” “Perché?” gli chiedo io.“Perché l’aria è gratis”, fa lui.
mercoledì 24 novembre 2010
Da "Scrittori in cucina", Jar Edizioni 2010, pp.80-81
Chef: Giancarlo Tramutoli
Regione: Basilicata
Eros lucano
Strascinati mollicati e cruscati
Disporre la farina a fontana sul tagliere
(i taglieri ancora ieri erano alberi)
Impastare con acqua tiepida e sale
(avere le mani in pasta, qui, è indispensabile)
Lasciar riposare qualche minuto
(può dormire, sognare forse, ma evitate che russi)
Strascinare i pezzetti col dito
(è per questo che si chiamano così)
Far soffriggere i peperoni cruschi
(meglio se sono di Senise, sennò no)
In abbondante olio d’oliva caldo per pochi secondi
(così raffreddandosi restano croccanti e fanno rumore)
E due pugni di mollica di pane sbriciolata col peperoncino
(il piccante è afrodisiaco, quindi se siete soli, attenzione:
è facile che i pugni diventan pugnette)
Saltare in padella con gli strascinati ben scolati e molto al dente
(mi raccomando il colpo secco di polso al manico e attenzione al soffitto)
E aggiungere del cacio ricotta appena grattato
(se fuori nevica, è meglio)
Ovviamente innaffiare il tutto con Aglianico del Vulture
(vino vulcanico che predispone ad una benefica eruttazione)
Anche solo un bicchiere, come dice il medico
(allora usate, ovviamente, il balloon da mezzo litro).
Regione: Basilicata
Eros lucano
Strascinati mollicati e cruscati
Disporre la farina a fontana sul tagliere
(i taglieri ancora ieri erano alberi)
Impastare con acqua tiepida e sale
(avere le mani in pasta, qui, è indispensabile)
Lasciar riposare qualche minuto
(può dormire, sognare forse, ma evitate che russi)
Strascinare i pezzetti col dito
(è per questo che si chiamano così)
Far soffriggere i peperoni cruschi
(meglio se sono di Senise, sennò no)
In abbondante olio d’oliva caldo per pochi secondi
(così raffreddandosi restano croccanti e fanno rumore)
E due pugni di mollica di pane sbriciolata col peperoncino
(il piccante è afrodisiaco, quindi se siete soli, attenzione:
è facile che i pugni diventan pugnette)
Saltare in padella con gli strascinati ben scolati e molto al dente
(mi raccomando il colpo secco di polso al manico e attenzione al soffitto)
E aggiungere del cacio ricotta appena grattato
(se fuori nevica, è meglio)
Ovviamente innaffiare il tutto con Aglianico del Vulture
(vino vulcanico che predispone ad una benefica eruttazione)
Anche solo un bicchiere, come dice il medico
(allora usate, ovviamente, il balloon da mezzo litro).
martedì 23 novembre 2010
Woody Allen, Dio, come sono depresso! 135 battute, Stampa alternativa 2005

*
Non sono un atleta. Ho cattivi riflessi. Una volta sono stato
investito da un’automobile spinta da due tizi.
*
-Lei non è quel giovane codardo di cui parlano tutti?
-Giovane? Ho 35 anni!
*
Il suo nome è una leggenda da queste parti. O almeno, facendolo è una risata sicura.
lunedì 22 novembre 2010
domenica 21 novembre 2010
Francesco Cosentino, Inoltre, Altre Muse Editrice 2004, pag.14

DISTRATTO IMPAZIENTE
Sollevi
Il coperchio
Ispezioni
La padella
Aspetti
La tua bella
Da diversi
Quarti d'ora
Friggono
Le budella
Gli intestini
E pure le interiora.
sabato 20 novembre 2010
venerdì 19 novembre 2010
Temporali, Zerozerosud 2002, pag.90

La solitudine
è la mia latitudine
quello che resta
è pura consuetudine
e adesso basta parole
con queste rime in Udine.
Io sto a Potenza e mi sento debole.
Antonio D’Orrico, Come vendere un milione di copie e vivere felici, Mondadori 2010, pag.15

Ritorniamo al punto di partenza. E cioè all’uso della parola “membro” in contesti che non siano sessuali o erotici. Solerti funzionari della Rai degli anni Cinquanta proibirono tassativamente l’uso di espressioni del tipo “i membri del parlamento” perché ritenevano che i telespettatori e i radioascoltatori avrebbero immediatamente visualizzato, sentendole, l’immagine di un’assemblea di organi genitali maschili riuniti nella sala di Montecitorio e, a seconda del loro carattere, si sarebbero indignati (e con ogni probabilità avrebbero disdetto l’abbonamento Rai e messo al rogo in Campo de’ Fiori i relativi libretti per il pagamento del canone) o si sarebbero sbellicati dalla risate. Provocando in ogni caso un grave danno all’azienda.
martedì 16 novembre 2010
Paolo Nori, A Bologna le bici erano come i cani, Ediciclo editore 2010, pag.116-117

E al mare, a Viareggio, una signora che era seduta sotto l’ombrellone vicino al nostro aveva raccontato a una sua amica che suo figlio, siccome gli avevano insegnato che non si dice Voglio ma Vorrei, adesso lui a sua mamma e a suo babbo diceva: “Ti vorrei bene”.
lunedì 15 novembre 2010
Franco Arminio, Cartoline dai morti, Nottetempo 2010, pag.30
sabato 13 novembre 2010
Interviste con Louis-Ferdinand Céline, Minimum fax 1996, pp.28-29

Nella sua vita è stato felice?
Cristo, mai, penso. Tutto quello di cui hai bisogno, quando sei vecchio... se solo mi dessero abbastanza quattrini per tirare avanti senza problemi - Dio se mi piacerebbe - allora avrei la possibilità di ritirarmi e andarmene da qualche parte, a osservare la gente, senza dover lavorare. Felicità, per me, sarebbe starmene da solo, in pace, su una spiaggia di fronte al mare. Da mangiare il minimo necessario, quasi niente. E una candela, senza elettricità e compagnia bella. Una candela! Solo una candela, per leggere il giornale. Li vedo gli altri, agitati, in preda alle ambizioni, la loro vita è uno spettacolo, sempre a scambiarsi inviti per mantenersi in forma. Ho vissuto in società una volta, e li ho visti - "Dico, Gontran, senti cosa ti ha detto; oh, Gaston, eri proprio in forma ieri, eh! Gliela hai detta proprio tutta, eh! Me ne ha parlato di nuovo l'altra notte! Sua moglie lo stava dicendo, oh. Gaston ci ha proprio sorpresi!" E' una commedia. Lo buttano così il tempo, loro. Vanno a caccia l'uno dell'altro, negli stessi golf club, gli stessi ristoranti.
venerdì 12 novembre 2010
Paolo Roversi, Charles Bukowski, Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vendere, Castelvecchi 2010, incipit

Un conto in sospeso
Mettiamo le cose in chiaro: Charles Bukowski, io l’ho conosciuto soltanto attraverso i suoi libri e dalla viva voce di Fernanda Pivano. Mai di persona, e se ho scritto questo pamphlet è perché avevo un conto in sospeso, un lavoro da portare a termine.
In tutta sincerità ritengo che sia stato meglio così: gli scrittori bisogna conoscerli dai loro libri, altrimenti perdono quel fascino, quell’alone di mistero che li circonda e diventano come tutti gli altri.
mercoledì 10 novembre 2010
Paolo Morelli, Il trasloco, Nottetempo 2010, incipit

Avviso ai Traslocanti
Chiunque ha traslocato una volta nella vita sa che voglio dire. Come al solito però, sono necessarie alcune precisazioni. Siccome mi sono sentito più volte compatire, durante il mio trasloco, devo precisare che sto parlando di un trasloco che ho fatto con le mie mani. Come al solito, solo dagli avvenimenti di cui si ha più viva esperienza si può trarre il meglio, dopo la fatica e i patimenti necessari. Capita di pensare, durante un trasloco fatto con le proprie mani, a cose molto importanti. Non troppe però, altrimenti si perde la convinzione atletica e la concentrazione. La sera tardi, dopo aver traslocato tutto il giorno e prima di addormentarsi in preda agli incubi di un’altra giornata traslocativa che ci attende, capita di pensare che quello del trasloco è un buon momento per morire. Si è, tanto per dire, quasi
pronti, bisogna solo cambiare la destinazione all’ultimo momento,magari sentendosi fieri della propria duttilità mentale. Si parte da un luogo conosciuto per uno ancora sconosciuto e che quindi potrebbe essere peggio ma anche meglio, e il fatto che non ci si possa portare
niente fa morire più contenti in questo caso.
domenica 7 novembre 2010
Temporali, Zerozerosud 2002, pag.12

Lei era una romanticona
lui lavorava ad una pompa di benzina
la conquistò facendole per ore
una Super Corte Maggiore.
sabato 6 novembre 2010
Andrea De Carlo, Leielui, Bompiani 2010, pag.99

... ma d'altra parte quando cerchi qualcosa che non hai, finisci col trovarlo in qualcuno che non ti assomiglia del tutto. La piccola fabbrica di insoddisfazione non smette mai di girare, mai...
Nico Nappa, Afrorismi, Edizioni Samizdat,1995
Una mela al giorno toglie il medico di torno. Se insistesse a tornare, tirategli un cocomero.
Il matrimonio è l'unica situazione dove un uomo e un donna, svestiti nello stesso letto, dormono.
Ha il dono della sintesi. Tace.
C'è bisogno di varietà nel sesso. E' per questo che vado a letto con una ballerina dell'avanspettacolo.
I binari morti hanno creduto nella resurrezione delle Ferrovie?
Il matrimonio è l'unica situazione dove un uomo e un donna, svestiti nello stesso letto, dormono.
Ha il dono della sintesi. Tace.
C'è bisogno di varietà nel sesso. E' per questo che vado a letto con una ballerina dell'avanspettacolo.
I binari morti hanno creduto nella resurrezione delle Ferrovie?
mercoledì 3 novembre 2010
Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, Einaudi 2010, pag.86

Il cartello che c’è sulla porta d’ingresso dei supermercati o nei negozi. Dice:”si avvisa la spettabile clientela che i prodotti sono protetti da un sistema di allarme”. Ci chiamano “spettabile” intanto che ci dicono: siete dei ladri, ma state attenti che vi becchiamo.
In autobus, mi precipito sul sedile vuoto anticipando tutte le persone in piedi alle quali potrei per molti motivi lasciare il posto; e per tutto il tragitto sono capace di guardare sempre fuori, con gli occhi fissi sul finestrino come rapito da una città intasata che conosco metro per metro, pur di non incrociare sguardi che potrebbero pretendere un atto di cortesia.
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